Racconti

Muggia: due passi lungo le sue calli, sulle bianche rocce istriane

 

MUGGIA: due passi lungo le sue calli, il mandracchio, sulle bianche rocce istriane

Durante la mia vacanza triestina, prima di tornare verso casa passando per Grado, faccio una sosta a Muggia.

Eccola, la vedo dal mare, ritta sulle rocce bianche istriane, orgogliosa e accogliente allo tesso tempo, accucciata lungo la sua baia. Così a ridosso sul mare, con le sue calli che si diramano in salita verso il castello, sembra che le onde possano delicatamente spingermi al suo interno.

Trieste è vicinissima, la Svolenia ancor di più, ma anche Venezia, a suo modo e con le sue influenze storiche, fissa un legame con questa località che è tangibile nel dialetto, nell’architettura e nella gastronomia.

Mi piace sedermi al mandracchio, alle prime ore del mattino e osservare la vita che prende fiato in questa pittoresca cittadina.

Il profumo del mare, le barche, l’eco della storia, le mura del castello in blocchi di arenaria (con le quali gli abitanti di Muggia hanno in parte costruito le proprie case): questa è Muggia, l’ultimo lembo d’Italia verso l’est.

Mi piace anche salire lungo gli stretti sentieri con i gradini o con semplice salita in pietra, per arrivare al castello e alla parte più alta di Muggia. Da lì si gode di un bellissimo panorama e ci si può immergere in un luogo lontano nel tempo, nella Muggia Vecchia, tra la Basilica romana del IX secolo e il Castello del 1300.

Dalla terrazza del castello strizzo l’occhio a Trieste, bella e imponente sul suo Golfo, ma è mezzogiorno e sono attirata dai profumi dalla piazzetta sottostante: l’invito a riscendere verso il cuore pulsante di Muggia è irresistibile.

Mi siedo lungo i pontili e fotografo tutto ciò che vedo, ad ogni sfumatura di luce differente, prima di passeggiare sul lungomare e di riprendere la rotta verso Grado.

Arrivederci anche a Muggia; il prossimo appuntamento con te sarà nella mia cucina, a 400 chilometri di distanza, rifacendo qualche piatto della tua tradizione.

 

Tetti di Muggia visti da Muggia Vecchia

Muggia

La Basilica di S. Maria Assunta, l’antico borgo e il parco archeologico

Muggia

La piazza e i suoi monumenti

Il Duomo di Muggia, la Chiesa dei Santi Giovanni e Paolo, costruita nel XIII secolo,

il Borgo Lauro

Muggia

Muggia

Muggia

I ristoranti e i caffè

Muggia

Muggia

Verso il mandracchio

Muggia

La Riserva Naturale regionale Valle Cavanata mi aspetta.

Ci ritroveremo presto nella mia cucina, Muggia, con i tuoi sapori,

perché anche questo è viaggiare e scoprire.

***

Ascoltando “Trieste” di Julius Aston

facebooktwittergoogle_plusmail

Commenti (4)

  1. edvige 13 gennaio 2019 at 16:27 Reply

    Belle foto le vie ed i monumenti /case che parlano per Muggia o Muja come la chiamiamo noi. Sullo stradone passando sotto l’arco verso il confine l’ultimo baluerado è Lazzaretto Vecchio dove ora sorge un bellissimo campeggio e quindi ripulita ecc è quasi diventata più grande di allora quando la spiaggia era solo o quasi un pantano. Da questa strada vedi la punta in lontananza delle coste dell’ex Jugoslavia. Peccato non essere di sera avrebbe dovuta essere illuminata dato il periodo. Il Mandracchio arriva fino a Piazza Unità d’Italia ora coperta come tu sai e passando di lato del caffè storico Caffè degli Specchi c’è un club notturno Il Mandracchio. E’ nell’epoca teresiana che il tutto venne coperto.
    Muggia rievoca ancora oggi i piatti veneti come il brodeto di pesce con polenta, i fritti misti e come dolci le fritòle per Natale, i cròstoli per carnevale, le pìnse e le tìtole per Pasqua con la xùza di tradizione slovena, la classica gelatina fatta in casa. Si da noi anche a Trieste si usa fare o anche acquistare pronta la gelatina animale ovviamente che accompagna appunto le titole o anche la pinza come pure altri salumi o uovo ognuno la usa a modo suo.
    Le titole sono fatte con lo stesso impasto-quasi della pinza come un fiocco e nel buco viene messo un uovo sodo colorato di rosso ora anche questo è cambiati…come colore. Più che un fiocco è una piccola treccia col buco. Mi permetto di metterti un link http://ingredienteperduto.blogspot.com/2013/03/le-titole-e-la-pinza-triestina-per-il.html
    Peccato che non puoi vedere il famoso carnevale di Muggia arrivato alla 64° Edizione però se sei curiosa cerca con Google o passa da me.
    Bravissima e grazie di raccontare cosi bene la storia di Muggia.

    1. tiziana 13 gennaio 2019 at 21:55 Reply

      Grazie a te di integrare con tanto sapere e tanta passione i miei brevi accenni di viaggio.
      Mi manca tantissimo Trieste, lo sai?
      Un abbraccio Edvige 🙂

      1. edvige 14 gennaio 2019 at 16:40 Reply

        Non sarebbe necessaria alcuna integrazione ma, mi piace dirti cosa potresti ancora vedere la prossima futura volta perchè in pochi giorni non è possibile vedere tu. Scusa se mi permetto di scrivere come dici tu integrazioni e credi cesso. Un abbraccio forte.

        1. tiziana 14 gennaio 2019 at 18:35 Reply

          A me fa tanto piacere! Racconta tutto quello che ti pare 🙂 Sei sempre la benvenuta!
          Un abbraccio e buona serata

Rispondi a tiziana Annulla risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *