Viaggiare di gusto

Trieste, incontriamoci a Trieste

 

TRIESTE

A TRIESTE DOBBIAMO INCONTRARCI

 

Fin da bambina sono sempre stata attratta da questa città di confine: il suo nome; la bora impetuosa; il golfo sul Mediterraneo; i Balcani al posto delle spalle; le differenti culture che la popolano e che l’hanno attraversata nel passato; la sua storia. Tutto mi ha sempre incuriosita e affascinata e prima o poi ci saremmo proprio dovute incontrare.

Esco dall’autostrada e mi avvicino sempre di più alla città, costeggiando il mare alla mia destra. È una periferia boschiva, ai piedi del Carso, alternata da vecchi cantieri abbandonati che io osservo in una fredda e nebbiosa mattina di fine dicembre. Guardo avanti cercando la bella, Trieste e, mano a mano che percorro la strada periferica, il paesaggio cambia. Le strade si allargano e si fanno più rigorose e ordinate; i palazzi troneggiano e diventano sempre più eleganti e addobbati per le feste natalizie; in un attimo arrivo nell’elegante via San Nicolò.

Sono spaesata come tutte le volte che arrivo in un posto sconosciuto e cerco dei punti di riferimento, sapendo che mi ci vorrà un po’ di tempo per prendere confidenza.

La mia stanza è al quarto piano di un bellissimo edificio in cui abitò lo scrittore irlandese James Joyce, proprio sopra la Libreria Antiquaria Umberto Saba. Dalla finestra guardo la scuola in cui J. Joyce insegnò inglese, l’ingresso alla mostra fotografica degli Alpini e i frenetici passanti che attraversano la zona pedonale. Sono già tanti gli indizi che mi parlano di Trieste.

Quante cose hai da raccontarmi, Trieste?

Bisognerebbe viverti a lungo, stare qui con il freddo e con il caldo, con la bora e con la calma; con il silenzio di certi giorni e di certe ore e con il valzer che suona dagli altoparlanti, ma non si può fare così mi accontento di svegliarmi presto e di andare a dormire tardi. Ti guardo dal Carso, così come ti ammiro dal porto, a bordo mare, mentre cerco di incontrare lo sguardo delle tue persone. Di giorno e di notte.

 

Trieste

 

Trieste, Piazza Unità d’Italia

L’incontro con questa città non può che iniziare dall’imponente Piazza Unità d’Italia

La mia tappa iniziale è l’elegantissima Piazza Unità d’Italia. I miei primi due giorni qui a Trieste sono caratterizzati da una fitta nebbia e il paesaggio è quasi fiabesco. La piazza è sul mare, ma il mare non si scorge nemmeno. Queste foto sono invece state scattate i giorni seguenti, quando la città era innondata da un bel sole.

La sua pianta rettangolare, sulla quale sono state incastonate delle luci blu che si accendono durante la sera e che sottolineano il legame con il mare, ospita i bellissimi palazzi della giunta regionale, della prefettura e il municipio. La piazza si affaccia sul Golfo di Trieste e si trova proprio ai piedi del colle San Giusto. E’ bellissima e affascinante anche vista dal mare.

La piazza è stata rimodellata più volte e porta i chiari segni dell’architettura dell’impero Austro-Ungarico, ma basta alzare lo sguardo per vedere i segni dell’età preromana e romana.

I caffè letterari, gli alberi addobbati per Natale, la musica dei valzer, gli artisti di strada e il profumo del mare rendono questa piazza estremamente frizzante, con un gusto retrò e mitteleuropeo.

 

 

Trieste

 

Gli eleganti hotel e ristoranti della Piazza Unità d’Italia

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Artisti di strada che si esibiscono

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Una dolcissima ballerina in Piazza Unità d’Italia

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Verso la zona Capitolina

L’Arco Romano di “Riccardo” costruito nel 33 a.C.

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Tra la Piazza Unità d’Italia e il colle di San Giusto:

un groviglio di bellissimi edifici e ristoranti

Trieste

La scalinata che porta a Santa Maria Maggiore

edificata dai Gesuiti nel XVII secolo

Sulla destra si erge la chiesetta romanica di San Silvestro

Trieste

Ingresso al Castello di San Giusto

Fortezza risalente al XV secolo costruita sul preesistente castelletto veneziano di età romana

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Mura esterne del Castello di San Giusto, oggi museo civico

 

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Vista sul mare dalle mura del castello

La Cattedrale di San Giusto

Il principale edificio cattolico di Trieste, risalente al XIV secolo

Interno della Cattedrale di San Giusto

Da ammirare i suoi meravigliosi mosaici bizantini

Trieste

“Oh al bel mar di Trieste…” e Giosuè Carducci

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Lungo la salita del colle di San Giusto

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Il Teatro Romano di Trieste

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Il Canal Grande, una delle mie zone preferite

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La Chiesa di Sant’Antonio lungo il Canal Grande

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Il monumento ai Caduti e il parco della rimembranza

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La Libreria Antiquaria Umberto Saba

La storica libreria che il poeta triestino Umberto Saba acquistò nel 1919 in via San Nicolò n. 30.

Anche solo guardando attraverso la vetrina si percepisce che, varcando quella soglia, si farà inevitabilmente un tuffo nel passato. C’è silenzio, c’è un intenso profumo di libri e c’è una sorta di spiritualità palpabile.

Trieste ama i libri, non a caso è la seconda città d’Italia in cui si legge di più (dati del 2017).

Nel Ghetto di Trieste e Cittavecchia, zone che brulicano di negozi antichi e moderni, si possono trovare delle vere e proprie perle: una di queste è la Rigatteria di via Malcanton n. 32, colma di libri antichi sulla storia di Trieste e del Friuli Venezia Giulia; un’altra è la Drogheria 28, che ha mantenuto gli arredi storici dei primi anni del ‘900, ma nella quale oggi si vendono libri antichi al posto delle erbe officinali.

Trieste

 

Trieste

 

I caffè storici di Trieste

Trieste è famosa anche per i suoi locali dal fascino retrò, della tradizione mitteleuropea. Nella foto che segue si vede il Caffè Specchi di Piazza Unità d’Italia n. 7, risalente al 1837 che oggi è di proprietà della famiglia di maestri cioccolatieri Faggiotto (marchio Peratoner).

 

Trieste

Da vedere anche il Caffè Tommaseo, il Caffè Torinese, il Caffè Stella Polare, Caffè Tergesteo, il Caffè San Marco, il Caffè Piazza Grande.

Caffè letterari, luoghi di storia, di memoria, di costume ai quali la città è molto affezionata e che sono stati teatro di incontri tra illustri scrittori come Italo Svelo, Umberto Saba e James Joyce. Essi raccontano però anche il legame con il caffè fin dal ‘700, durante il periodo asburgico, quando il porto di Trieste fu proclamato porto franco e divenne l’inevitabile approdo delle navi cariche di caffè. Da quel momento si sviluppò un indotto e un’economia di aziende come le torrefazioni, le ditte di importazione ed esportazione e i famosi caffè.

Trieste

 

I ristoranti non sono da meno, si mangia bene un po’ dappertutto, dal pesce alla carne con tutte le sfumature delle influenze balcane.

Questa però è un’altra storia che avremo modo di vedere insieme, nei prossimi articoli, attraverso qualche ricetta e qualche piatto tipico.

 

Trieste

 

 

Arrivederci a chissà quando, Trieste.

Ho consumato le scarpe, ma non sono ancora stanca e mi riporto a casa uno zaino stracolmo di te, mentre mi volto a guardarti un’ultima volta, tra le curve del Carso, dirigendomi verso la Slovenia.

Sapevo che ci saremmo piaciute; è una sensazione che avevo da tempo immemore, fin da quando ero bambina.

Ci siamo annusate gironzolandoci intorno, come due amanti troppo diversi tra loro, ma che si attraggono.

Sei troppo bella e articolata per descriverti con una sola parola o per incasellarti in una semplice opzione turistica.

È ora di riprendere l’auto verso altre mete, così riempio il bagagliaio con i tuoi sassi, il tuo mare, un po’ di vento, l’aria frizzantina che sa di sale, la nebbia, la luce e le sue sfumature, che ho colto a tutte le ore del giorno e della notte, i confini, i muri, le rocce, lo sguardo della tua gente, le voci sottili e gli occhi profondi, la tua storia che si legge ovunque.

Adesso ti conosco un po’ meglio.

 

A Trieste dovevo venire

A Trieste dovrò sempre tornare

 

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Commenti (11)

  1. edvige 5 gennaio 2019 at 17:18 Reply

    Bravissima hai visto e parlato esattamente cogliendo ogni sfumatura dei punti più salienti della città quelli più freguentati dai turisti, quelli di cui più si parla. Certo in 3 giorni non si può vedere tutto ma, sei fortunata perchè i punti principali sono uno conseguente all’altro e quindi quasi una strada diritta. I due personaggi vicino alla campana sono Mikeze e Jakeze che battono le lore sul Municipio che hai fotografato. Quelli attuali sul Municipio sono copie e c’è una storia se vuoi la puoi leggere qui
    http://www.informatrieste.eu/articoli/?x=entry:entry140107-084952
    La Cittavecchia rinnovata che entri sunito dopo Piazza Unità d’Italia arrivi a Piazza Ortis dove cè l’altra statua ce ne sono tre, una sul Ponterosso che attraversa il canale, l’altra proprio vicino a dove hai dormito di fronte a Coin (via Dante Alighieri) e l’altra è in piazza Ortis, sono Joyce, Saba e Svevo. La ballerina che hai ripreso è presente tutto l’anno è una vera ballerina che preferisce esibirsi in strada e che ha una figlia e vivo da tanto tempo a Trieste.
    Ti manca Miramare e il suo castello come il castello di Duino oggi scuola internazionale dei Thurm & Taxis, Torre e Tasso che ne sono ancora proprietari. La famosa passegiata Rilke dalla quale ha un panorama stupendo di tutto il Golfo nonche la famosa Napoleonica altra passeggiata con panoramo bellissimo poi l’Obelisco o Opicina altra veduta. La Piazza Unità d’Italia è la piazza più grande d’Europa aperta sul mare (non come grandezza di piazza ma una cosi grande davanti al mare non ce ne sono altre). Sotto di essa c’è il fiume Mandracchio che è stato ricoperti proprio nell’epoca di Maria Teresa. In Piazza cè anche la Fontana dei 4 Continenti e penso che l’avrai vista. Peccato non aver saputo che c’eri non avrei potuto farti vedere di più ma un caffè triestino (da noi gocciato, capo in bi o in tazza (capuccino piccolo in bicchiere o tazza) , nero lungo, caffèlatte (il capuccino italiano) ecc. ci si perde. Sarà per un altra volta ci conto il quando non ha scadenza. Buona fine settimana e grazie di aver parlato cosi bene della mia città. Tu auguro una buona fine settimana e spero che non sia stata invadente con questo commento.

    1. tiziana 5 gennaio 2019 at 20:56 Reply

      Ciao Edvigeeeee!

      Grazie a te del bellissimo messaggio 🙂

      Sai che in realtà li ho visti tutti quei posti… eh eh! Mi sono tenuta da parte altre due articoli da fare su Miramare, il bellissimo Miramare e Muggia. Ho tantissime foto che ho deciso di non pubblicare perché temevo di appesantire il post. Essendo un blog prettamente legato al food a discapito del travel, mi sono limitata molto e mi limito sempre, in queste occasioni. Devo ammettere che preferisco fare una piccola e personalissima introduzione personale, per poi imbattermi nelle ricette 🙂
      Ho anche tante foto con le statue di saba, Joyce ma ritraggono i primi piani della mia famiglia pertanto le ho relegate ad un album privato. Ma come mi sono emozionata a leggerti! Mi sembrava di essere tornata lì, a Trieste. Grazie anche per il link. Devo confessarti che l’Ufficio del Turismo mi ha lasciato un bel po’ di materiale 🙂
      Ho visto anche il museo del mare e, come potrai immaginare, avendo una bambina piccola, l’acquario. Sono tornata passando per Grado: camminare sulla laguna è sempre emozionante.
      Ho amato tanto Trieste e mi manca già moltissimo.
      Grazie ancora del bel pensiero.
      Tiziana

      1. edvige 6 gennaio 2019 at 18:35 Reply

        …hai ragione si e no. Anche con un blog di ricette uno piccolo spazione di qualche viaggio ci stà sempre ed è un piacere leggerlo. Ovviamente foto di famiglia giustamente no ma qualche altra fotina prima o dopo una ricetta si. Se vuoi ed hai piacere ti posso mandare qualche ricetta di vecchia data di Trieste poi tu la fai e metti la tua le ricette del passato non sono mai vincolanti perchè passano a voce negli anni e sempre qualcosa si cava e si aggiunge. Qualche vecchia ricetta austro-ungarica del passato ce ne sono parecchie e non sempre is ha l’occasione di sapere dove e se le fanno ancora. Il mio account l’hai quindi quando vuoi sono qui. Si il Turismo Office da materiale ma è fornitissimo sempre turisticamente parlando. Spero tu abbia assaggiato il favolo gelato tutto artigianale e solo di stagione Jazzin Gelateria sull’angolo dove cè il grane Palace Albergo andando verso Piazza Unità d’Italia e si passa davanti all’albergo Duchi D’Aosta e la piazza si chiame dell’Orologio e sull’ango cè proprio quello del Turismo. Fanno dei gelati sorbetti ecc favolosi tutti con frutta fresca. Se non l’hai provato devi tornare ….ahahahaha. Un abbraccio buona Epifania e buon proseguimento. (PS. Io non ho problemi per questo ho fatto un blog multitematico ricette si ma non solo 😀 😀 ) bacioni

        1. tiziana 6 gennaio 2019 at 23:25 Reply

          Eccomi Edvige, buona epifania con un po’ di ritardo. Leggo ora il tuo messaggio, dopo una giornata intensa.
          Ho visto quella bella gelateria e ne sono stata ingolosita, ma gli altri erano più propensi a cioccolata e caffè… e quindi ho ammirato i gelati dalla vetrina. Hai ragione, ho un’altra buona scusa per tornare 🙂
          La tua idea delle ricette antiche è davvero entusiasmante. Ne sarei proprio onorata! Se vuoi mandarmene qualcuna (dolce o salato), sarà un vero piacere provare a farla! Dovrò solo vedere se si adatta ai gusti della famiglia eh eh…, ma per il resto sarebbe decisamente molto interessate. Se vuoi, quindi, seguirò le tue indicazioni per preparare qualcosa.
          Un caro saluto e grazie ancora del tempo che hai passato sulle mie pagine. A presto.

          p.s. fai bene a seguire un blog multimediale che si basa sui tuoi interessi, senza limitazioni 😉

  2. […] Trieste ho potuto assaggiare numerosi piatti a base di pesce, uno più delizioso dell’altro, ma […]

  3. ipasticciditerry 10 gennaio 2019 at 14:27 Reply

    GRAZIE! E’ una città che ho visitato tantissimi anni fa e che spero di rivedere presto. Mi è rimasta nel cuore e ti ringrazio tanto per il giretto che mi hai fatto fare, una gioia per la mia memoria.

    1. tiziana 10 gennaio 2019 at 14:51 Reply

      Grazie a te cara Terry per aver passeggiato insieme a me 🙂 con la memoria.
      A presto

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