Lievito madre: ricette

Pane ciabatta con l’uva

Pane e uvetta

Dopo il corposo Pane integrale con uvetta e le varie versioni di schiacciate con l’uva presenti qui sul blog, è il turno di questo nuovo e profumatissimo pane.

pane ciabatta uvetta

Comprendere la ricetta

Cos’ha di diverso? Partiamo dall’impasto: si tratta di una ciabatta ovvero di un pane altamente idratato (sopra il 75%) e dalla classica forma a pagnotta o filone rilassato, come piace dire a me.

La farina è di grano tenero con alto indice W (adatto ai tempi di questa lievitazione) e, in aggiunta all’uvetta, non abbiamo altri ingredienti. La lievitazione è lunga e mista.

Lieviti

Ho scelto una lievitazione mista come segue:

Ingredienti

  • 480 g di farina di grano tenero per lunghe lievitazioni (es. W 300)
  • poolish (50 g della stessa farina + 1 g di lievito di birra + 50 g d’acqua)
  • 50 g di lievito madre li.co.li. 
  • 9 g di sale fino
  • 380 g d’acqua
  • 250 g di uvetta reidratata

Preparare il poolish 12 ore prima dell’impasto del pane. Si raccomanda di leggere l’articolo sui preimpasti a base di lievito di birra.

Impastare a mano o con l’impastatrice tutti gli ingredienti, cominciando da farina, lieviti e 250 g d’acqua e aggiungendo gradualmente il sale e la restante acqua. L’uvetta deve essere aggiunta per ultima. Deve formarsi un panetto omogeneo seppur molto idratato.

pane ciabatta uvetta

Lievitazioni

  1. riposo sul piano di lavoro per mezz’ora;
  2. stretch&fold e posizionamento in un mastello coperto per la lievitazione refrigerata di 10 ore in frigorifero;
  3. lievitazione a temperatura ambiente per 4 ore;
  4. infarinatura e forma a pagnotta.

Cottura

Preriscaldare il forno a 300 °C, infornare a 250° per dieci minuti e proseguire a 220°C fino a fine cottura ovvero fino al raggiungimento di 92/94°C al cuore del pane. Lasciare la valvola o una fessura del forno aperta durante gli ultimi minuti di cottura.

Un libro con le mani sporche di farina

Il libro che ti suggerisco oggi ho finito di leggerlo una decina di giorni fa. Mi è piaciuto molto, come del resto mi sono piaciuti tutti gli altri libri dello stesso autore, Antonio Scurati, e mi ha tenuta letteralmente incollata alle pagine, tra curiosità e piacere per lo stile letterario.

Il bambino che sognava la fine del mondo, edito da Bompiani, è un racconto pieno di angosciante sospensione in attesa del verdetto finale. È anche una critica al mondo dei media e a una società che si lascia condizionare dalle paure dell’infanzia. Partendo da un fatto di cronaca, il romanzo esplora una società oppressa da paura e sospetti.

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Il bambino che sognava la fine del mondo

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