Racconti

Il saraceno e il pane profumato

 

Il fumo è trasportatore di odori, si sa, ma in certi casi genera i profumi. Si tratta allora di una sostanza?
Nel Novellino, la raccolta di novelle del XIII secolo scritta a Firenze, è narrata la storia di un povero saraceno. Egli, avendo solo un tozzo di pane con cui sfamarsi, un giorno si avvicinò ad una pentola fumante di un venditore di strada, cercando di far prendere un po’ di sapore al proprio pane.

Teneva il proprio pane in mezzo al fumo, cercando così di farlo insaporire un po’, ma il venditore ne rimase contrariato e siccome quel giorno non aveva venduto nulla, pensò bene di chiedere al saraceno di essere pagato per il profumo che emanava dalla propria pentola.

I due cominciarono a disputare su tale questione e le persone che passavano di lì non fecero altro che intromettersi nel merito: c’era chi riteneva esagerata la richiesta del cuoco e chi lo assecondava. Come poter arrivare al dunque? A chiarire ogni dubbio ci pensò il sultano, decidendo di donare una moneta al poverello e dicendogli di farla cadere per terra, mentre al venditore disse di incassare il prezzo del suono che la moneta avrebbe fatto cadendo a terra.

Questa storia mi è piaciuta subito e oggi ho deciso di augurarvi buona giornata così. Il racconto mi ha fatto pensare ai profumi che emanano dalle bancarelle; di recente mi sono trovata immersa in quelle di Vienna, tra odori di vin brûlé, brezeln e salsicce. Ho pensato anche agli intensi profumi delle affumicature e poi ho sorriso pensando a come il cuoco del racconto debba essere rimasto nel comprendere il “valore” di quella moneta caduta per terra.

E voi? A quali profumi avete pensato?

 

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