Viaggiare di gusto

Profumo di segale da Venosc

Profumo di segale

profumo di segale da Venosc

Aiguille de Venosc

Non voglio cedere alla retorica sulla montagna, ovvero quella che si perde in infinite esclamazioni sulla sua maestosità, sull’avvicinamento mistico e spirituale a un dio percepito a queste altitudini, perché ormai è fin troppo inflazionata, dai social ad alcuni libri di montagna, e come puoi immaginare è altrettanto lontana dalla realtà.

Qui la vita è difficile, ieri come oggi. Quel che mi affascina maggiormente è riuscire ad integrarmi, per quel tanto o poco che riesco a fare, nel breve tempo in cui posso circondarmi di queste cime. Prestando rispetto ad ogni passo e preoccupandomi di essere solo di passaggio. La mia traccia, se proprio devo lasciarne una, deve essere la più lieve possibile

profumo di segale da Venosc

Quando riesco a risalire a piedi il lungo percorso dal paesino di Venosc al belvedere de Les Deux Alpes, è ormai giunto il tramonto. Scatto questa foto salutando lo spicchio di luna, mi affaccio timidamente guardando il fondo valle ormai quasi immerso nel buio. Mi fa un po’ di timore e penso che non avrei dovuto attardarmi così.

profumo di segale da Venosc

Rocher de la Muzelle

Nello zaino sulle mie spalle, oltre al necessario per la giornata appena trascorsa, c’è una bella ciotola di legno levigato che ho comprato in un negozio d’artigianato locale.

È qui nel parco nazionale des Écrins che tanti anni fa ho imparato a fare il pane di segale. Sia la regione dell’Alvernia-Rodano-Alpi che la segale sono rimasti per sempre nel cuore. Con l’andata e ritorno di oggi accarezzo in maniera semplice a autentica questi versanti e porto a casa questa bella ciotola per impastare un nuovo pane.

profumo di segale da venosc

Da destra verso sinistra: Aiguille de Venosc, Rocher de la Muzelle, Tête de la Lauramoure

Dalla mia finestra, dopo una doccia rigeneratrice, osservo le tre cime dell’Aiguille del Venosc, la Muzelle e La Lauramoure fino a quando il buio cala definitivamente su di loro e mi chiedo fino a quando riuscirò a vedere la neve sulle loro cime.

I lieviti sono pronti sul tavolo per essere rinfrescati, il preimpasto con il poolish e una profumatissima farina di segale integrale mi riportano a quella felicità semplice e genuina. Finalmente posso usare la mia nuova ciotola di legno comprata proprio per fare il pane.

Domani, tra queste pagine, la ricetta preparata dagli Écrins.

 

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