Racconti

La mia casa nel vento

In un momento di profondo dolore come questo, sono ancora più consapevole della strada che desidero percorrere: una strada di convergenza, che conduce alla comprensione e alla mediazione.

La mia battaglia personale di giustizia l’ho intrapresa durante l’adolescenza e la prima maturità, dopodiché con una profonda ricerca introspettiva, con umiltà e atteggiamento aperto, uniti alla grande compagnia che mi hanno fatto i Libri, ho superato gli ostacoli. Ho scavalcato dapprima i muri, grattandomi le ginocchia e rompendomi le unghie, poi li ho buttati giù a pugni, ma infine ho visto quegli stessi muri sgretolarsi senza fatica davanti ai miei occhi. E’ stato il momento in cui le barriere si sono abbattute veramente, non solo a parole. E’ stato il momento più bello e più ricco di personale soddisfazione. Le belle frasi non erano più dei dogmi da recitare e incomprensibili da attuare: erano diventate realtà.

Sono andata da un lupo e poi da tanti altri, come fece quel San Francesco che ho iniziato ad amare durante l’adolescenza e che mi faceva intravedere uno spiraglio di luce, quando tutto lo spazio intorno sembrava piccolo e buio: è stato all’ora che i lupi mi hanno accarezzato le gambe. Non ho avuto paura e ho dato loro tutta la compassione di cui necessitavano, perché loro stessi avevano molta più paura di quanta ne affliggevano agli altri.

In questi giorni sento ancora il potere enorme e incontenibile del bene e la straordinaria bellezza che si sprigiona quando lo si lascia scorrere, oltre le regole e i confini sociali.

Passerò la mia vita a dare la precedenza, come faccio sempre quando guido, quando sono sul ciglio di una porta, quando ascolto o parlo. Spenderò le mie energie ad unire, a convogliare le teste intorno a me, a smorzare i toni e ad allargare i sorrisi. Continuerò a vedere alcuni sguardi di sufficienza e chi pensa che io sia un’ingenua o una sciocca che sorride senza motivo, mentre guardo la luce. Continuerò ad andare incontro a quell’esercito di volontari, di straordinarie persone che riempiono la propria vita e quella degli altri. Continuerò a leggere perché i Libri, i Libri, hanno stimolato gli argomenti che la mia mente ha poi riordinato. Sarò il collante tra tutto il buono che riuscirò a mettere insieme e di cui, in questi giorni, ho visto l’incredibile e benefico effetto. Aiuterò gli amici a togliersi le maschere, a trasformare la rabbia in energia positiva.

Un tempo pensavo di non avere una collocazione nel mondo; adesso ringrazio la vita di avermi dato uno spazio così bello.

La vecchiaia, sebbene spesso caratterizzata da acciacchi e malesseri, è l’ultimo grande regalo della vita: è il momento durante il quale bisogna per forza fermarsi o rallentare, ma in cui si ha ancora la possibilità di comprendere e rimediare agli eventuali errori di una vita. E’ un inverno passato al freddo dietro una finestra, aspettando la primavera che verrà.

Oggi vi saluto così, senza una ricetta, ma con uno spiraglio di luce, mentre fuori nevica.

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