Racconti

La cucina di casa

La cucina ai tempi del corona virus cambia, come è giusto che sia e un blog come il mio, che spesso si fa portavoce di una cucina semplice, fatta interamente a casa, non può che sposare la causa comune.

Io sono a casa ormai dal 22 febbraio scorso, giorno in cui cominciavo a prendere autonomamente delle decisioni importanti, che mi sono valse le prime derisioni da parte dei soliti parenti e dei vicini. Avrei tenuto a casa da scuola la mia bambina; avrei annullato palestre, corsi di musica, etc. e mi sarei organizzata per lavorare interamente da casa, facendo il massimo per “far gruppo” e seguendo quell’imperativo che era già chiaro fin dall’inizio: dobbiamo aiutarci affinché il virus non si espanda troppo. Durante quel 22 febbraio scorso, dopo i primi sorrisini sprezzanti ai quali ho dato poca importanza, sono arrivate le comunicazioni ufficiali di chiusura: le palestre, le scuole, … Segni tangibili che molti stavano comprendendo l’importanza del problema e che era necessario dare una direttiva comune, impedendo a più persone possibili di continuare ad aggregarsi in luoghi pubblici.

Il mio pragmatismo e il mio carattere forte e risolutivo mi hanno permesso, come sempre, di focalizzare i miei obiettivi senza perdermi in sentimentalismi: mi sono organizzata con il lavoro; ho fatto un piano di attività per mia figlia al fine di non farla annoiare, né disperare e sono felice di vedere quanti sforzi vengano fatti quotidianamente da molti miei connazionali. Ovviamente non mancano coloro che, attraverso le proprie irresponsabili azioni mettono a repentaglio la salute di tutti; non mancano regioni intere nelle quali il problema non viene minimamente percepito; non mancano paesi europei che purtroppo non stanno prendendo nessuna precauzione; non mancano le cacce agli “untori” che ci fanno ripiombare nel Medioevo; non mancano coloro che, fino a ieri, si sono fatti portavoce di hashtag come milanononsiferma e che oggi, per fortuna, hanno compreso che Milano si deve fermare e si sarebbe dovuta fermare fin da subito.

Nel mio guardare sempre la parte mezza piena del bicchiere, però, voglio volgere lo sguardo d’ammirazione verso i medici, verso il Prof. Roberto Burioni (che seguo da anni e al quale tanto dobbiamo) e vorrei abbracciare virtualmente tutti coloro che soffrono di patologie particolari, che li rendono più vulnerabili in questo particolare momento.

Spero che quest’epidemia, nel lungo periodo, contribuirà a ricordarci quanto siamo tutti uguali e quanto le singole azioni di ogni individuo impattino su ogni cosa.

Non mi resta che accompagnarvi nel meraviglioso mondo dalla pasta fresca fatta in casa (cliccando QUI) suggerendovi di provare a sporcarvi di farina insieme ai vostri familiari, durante questo lungo periodo che passeremo nelle nostre case.

 

 

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