Viaggiare di gusto

Ortigia: storia e immagini dell’isola siracusana

Ortigia,

la bella Ortigia.

Sei proprio bella, Ortigia.

 

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Arrivo ad Ortigia in un caldo pomeriggio d’agosto, dal tempo variabile e incerto, con le nubi che si muovono velocemente nel cielo aprendo ampi orizzonti assolati e, a tratti, piccole ombre di luce alle quali seguono delle pioggerelle fitte e intense, ma fortunatamente brevi.

Parto dal Lido di Arenella e percorro strade quasi allagate dall’acquazzone della notte precedente. Vedo distese di ulivi, campi, ma anche tanti ruderi e ditte abbandonate. Quando arrivo ad Ortigia, l’emozione è tanta e scendo subito dal pullman che mi ha portato lì, parcheggiato sul Molo S. Antonio, osservando la capitaneria di porto e cercando di intravedere i tesori di cui mi hanno parlato. Nemmeno il tempo di fare qualche passo che mi trovo sul ponte della darsena, un piccolo ponte che collega la terra ferma all’isola di Ortigia.

Vorrei sostare ogni due passi e scattare tante foto, ma qualcosa mi spinge a camminare freneticamente, complice anche il caldo delle prime ore del pomeriggio. Penso che, per evitare le folle di turisti, sarebbe bene dirigersi subito verso la punta estrema dell’isola, visitare i luoghi di interesse storico per poi allietarsi con più calma in riva al mare, con una granita alle mandorle.

Cammino e cammino passando per Porta Romana, quindi per Passeggio Adorno e percorro tutto l’elegante lungomare, in cui pullulano gelaterie, ristoranti e pub di ogni tipo. Il sole si specchia nel mare e illumina una barca a vela molto grande, che sembra ricordare storie antiche di guerrieri e marinai giunti ad Ortigia.

Non rimango impassibile dinnanzi ai colori del mare e sono incuriosita dalle case, con le loro belle facciate chiare e adornate di piante e fiori.

La strada si restringe leggermente e, nei pressi di una breve salita, basta guardare verso l’interno e un pò più in basso rispetto alla strada per scorgere la Fonte Aretusa, con il suo immenso papiro e i tanti pesci che la popolano.

Ancora un pò di strada sul mare e si arriva infine al Castello Maniace, sulla punta più a sud di Ortigia. Mi fermo ad osservarlo in lungo e in largo, ad immaginare le storie ad esso legate. Guardo il mare a perdita d’occhio e sento che qui, tutto sembra parlare e raccontare di se.

Dopo una lunga sosta, riprendo la camminata seguendo il lungomare: prima di giungere alla Riva della Posta e al Tempio di Apollo, percorrendo tutta l’isola, mi dirigo verso le calli interne alla scoperta del borgo e della piazza del Duomo.

Lascio un pezzetto di cuore qui, ad Ortigia.

ORTIGIA: SCOPRIAMO L’ISOLA D’ORTIGIA

Siamo in Sicilia, a Siracusa, nel cuore pulsante della storia di quest’antica città situata sulla costa sud orientale della regione, in un porto naturale e suggestivo, incorniciata dall’Isola di Ortigia e dall’altopiano dell’Epipoli. Cicerone la definì “La più bella città della Magna Grecia” e dal 2005 è patrimonio dell’Unesco.

La sua storia risale al 734 a.C., quando i Corinzi la fondarono. Fu a lungo una potenza militare e civile tanto grande da poter essere paragonata ad Atene. Il suo declino iniziò con la dominazione romana (212 a.C.), alla quale seguì quella araba, bizantina, sveva, normanna e aragonese. Tutte queste vicissitudini sono ancora ben visibili nei monumenti e lungo le strade di Ortigia.

Nella foto che segue si vede il Castello Maniace, uno dei più importanti castelli federiciani, risalente al periodo svevo di Siracusa (1239), che attualmente è stato smilitarizzato ed aperto al pubblico.

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La piazza del Duomo, una delle più belle della Sicilia, sorge su un’antica area sacra e vi si affacciano il municipio, la Badia di Santa Lucia, il Palazzo Vescovile, il Palazzo Beneventiano e il Palazzo Borgia. Il Duomo ha una struttura che affonda le radici su un preesistente tempio greco; fu gravemente danneggiato a causa del terremoto del 1693, in seguito al quale subì varie ricostruzioni.

 

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Ha una facciata barocca, mentre l’interno è molto sobrio. Da non perdere il bellissimo dipinto di Caravaggio “Il seppellimento di Santa Lucia” e la collezione di reliquie di Santa Lucia, che raccontano la vita e la storia della Santa originaria di Siracusa.

 

 

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Piazza del Duomo

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La Fonte Aretusa è situata sotto il Duomo, in un bacino circolare nel quale sono stati piantati dei papiri. E’ una tappa molto suggestiva di Ortigia che nei secoli ha affascinato i visitatori. Il mito racconta che la ninfa Aretusa, mentre correva libera al seguito di Artemide nei boschi del Peloponneso, venne avvistata da Alfeo, il quale se ne invaghì. Aretusa, non ricambiando le attenzioni di Alfeo, chiese aiuto ad Artemide e la Dea decise di trasformarla in una fonte sul lido di Ortigia. Anche Alfeo chiese aiuto agli Dei, così fu trasformato in un fiume che, dalla Grecia al Mar Ionio, poteva arrivare ad Ortigia per congiungersi con l’amata Aretusa.

 

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Case di Ortigia

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Artigianato locale

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Un pescatore di Ortigia

 

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Da non perdere anche il Teatro Greco, il maggior esempio di architettura teatrale dell’Occidente greco, quasi interamente scavato nella roccia; le Latomie (cave di pietra artificiale scavate dagli schiavi in epoca greca) come l’Orecchio di Dionisio; il Castello Eurialo (sul vicino altopiano dell’Epipoli); il Museo del Papiro; il Tempio di Zeus; le Catacombe Cristiane; il Santuario della Madonna delle Lacrime; l’area marina protetta del Plemmirio, in uno dei più bei tratti di mare italiani.

 

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