Di paese in paese: la torta!
Di paese in paese: la torta!
Settembre, ottobre: tempo di prime sagre autunnali e di feste di paese.
Qui nella bassa Lombardia ho voluto portare, da qualche anno, la Torta paesana della nonna Nina della quale ti avevo raccontato nell’apposito articolo (clicca sul collegamento in neretto per aprire direttamente la ricetta oppure nel bottone ricerca del blog), ma anche le sue infinite varianti: con i biscotti o con il pane raffermo; con il cacao o con il cioccolato,…
Le prime e sottili strisce di nebbia che lambiscono i campi di frumento in queste mattine di inizio ottobre, segnano l’escursione termica tra la notte e il giorno di questo periodo e alimentano il desiderio di accendere il forno all’alba con i primi dolci di stagione. In aggiunta, c’è anche il desiderio di continuare la tradizione della mia mamma, la nonna Nina della ricetta principale, perché le avrebbe fatto piacere e perché questo romantico legame fa piacere tuttora a me. Anche i commensali non disdegnano, però!
Capire la ricetta
Come tutte le ricette povere e antiche, anche questa torta deve essere contestualizzata e compresa per quel che è e vuole essere. Non ti aspettare pertanto una tecnica o una lista della spesa tipiche di una torta moderna. Anche la sua struttura ricorda i polentoni dolci del mondo contadino di un tempo e non deve essere interpretata negativamente. A un primo sguardo potresti esclamare
Oh che bella mattonella!
Ma alla fine nessuno le resiste… chissà perché! Perché è buonissima.
Varianti
Ti consiglio sempre di provare l’originale e poi, se vorrai, questa variante di oggi con la quale ho voluto fare:
- una combinazione di pane e biscotti (vaniglia e cacao);
- una sostituzione mettendo il cioccolato fondente al posto del cedro e dell’uvetta
- un’aggiunta di farina di mandorle
- una sostituzione mettendo lo sciroppo al passion fruit al posto dei semi di vaniglia
- un aumento dello zucchero
- una sostituzione parziale mettendo l’arancia candita al posto di cedro e uvetta
C’è sempre il cacao, rafforzato dal cioccolato fondente. Ci sono sempre i canditi, ma soltanto all’arancia. I profumi del passion fruit rendono l’effetto della vaniglia come nella precedente versione. Le mandorle aumentano i profumi e l’appetibilità, mentre l’abbinamento con il pane (come nell’antichità) avvicina la torta alle sue origini. Ho voluto aumentare lo zucchero per compensare il dosaggio zuccherino dell’equivalente in biscotti.
Ingredienti
- 1.000 g di latte intero (in cucina si usano i grammi anche per i liquidi)
- 200 g di pane e 200 g di biscotti sbriciolati (io ho usato dei biscotti al cacao e alla vaniglia)
- 100 g di arancia candita
- 100 g di cacao amaro in polvere
- 100 g di gocce di cioccolato fondente 80%
- 100 g. di mandorle sbriciolate
- un cucchiaino di sciroppo al passion fruit (o alla vaniglia)
- 2 uova
- 2 cucchiai di zucchero semolato
- 100 g di burro sciolto a bagnomaria
Preparazione
Prendi una ciotola, versa tutti gli ingredienti eccetto le uova e mescola bene. Copri, riponi in frigorifero per 12 ore, quindi aggiungi le uova, mescola ancora e versa il composto in uno stampo rotondo da 22 cm di diametro, imburrato e infarinato.
Fai cuocere nel forno a 160°C per circa un’ora: cottura lenta e dolce. Prima di sfornare, fai la prova dello stecchetto tenendo presente che la torta deve risultare cotta, ma altresì piacevolmente umida al suo interno. E’ una sua caratteristica e rimarrà così per vari giorni.
Chissà se anche alla nonna Nina sarebbe piaciuta questa variante.