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Psicologia a tavola: un primo spunto per cominciare a parlarne insieme

La mia to do list del blog è infinitamente lunga e fortunatamente mi soffermo solo di tanto in tanto a scrivere due o tre punti al massimo da sviluppare. Non riesco mai a fare tutto quello che mi passa per la testa (troppe cose per una giornata di 24 ore), ma questo credo che sia un po’ il cruccio di tutti e infatti non voglio lamentarmi troppo.
Una fra tutte queste cose è approfondire e far volare la rubrica sulla psicologia a tavola. Credo che questo sia un tema estremamente interessante e importante, ma è talmente delicato che bisogna affrontarlo con la massima cura, umiltà e precisione. Come sapete già, io non sono una psicologa, ma solo un’appassionata di questa scienza, oltre che una persona attenta e curiosa verso tutti i risvolti psicologici di ciò che facciamo ogni giorno. 
Dal giorno in cui ho creato l’etichetta del menù intitolata Psicologia a tavola non ho più avuto il tempo necessario per affrontare un argomento così complesso. Oggi ho deciso invece di prendere spunto dagli utili Quaderni della salute a cura della Fondazione Umberto Veronesi e specificatamente:
  • La salute in tavola. Speciale svezzamento e prima infanzia;
  • La salute in tavola. Speciale infanzia e adolescenza.
Oltre a suggerirvi di dare una lettura a questi e agli altri interessanti quaderni che potete trovare sul sito della Fondazione, vorrei condividere con voi alcuni brevi passaggi quali spunto di conversazione:
“… Queste fasi di vita del bambino sono caratterizzate dalla continua scoperta del mondo, anche per quanto riguarda cibi e bevande: sono gli
anni in cui si formano le abitudini che lo seguiranno da grande e che,
con il tempo, saranno più difficili da cambiare.

Imparare a nutrirsi con gusto, ma in modo sano, fin dai primi mesi deve
diventare un fatto naturale, perché duri tutta la vita.  Se così non accade, anche la salute dei bambini corre molteplici rischi.
Da molti anni, infatti, l’organizzazione mondiale della sanità ha lanciato un allarme che riguarda i giovanissimi: un’epidemia di sovrappeso
e obesità ha colpito molti paesi occidentali e, purtroppo, anche l’italia.
nel nostro paese questo problema, in grado di condizionare gravemente la salute anche in età adulta, riguarda un bambino su tre.

Le colpe? Tante, un po’ di tutti: le porzioni eccessive, le scelte alimentari poco salutari, la scarsa attività sportiva, sostituita da tv e video-
giochi.

La buona notizia è che possiamo fare molto, a cominciare dalla tavola:
vivere tutti in salute (già dalla primissima infanzia) è più facile di quanto
si pensi! “


Vi chiederete cosa c’entra questa premessa con il mio articolo sulla psicologia a tavola. Ecco quindi la mia domanda: “sia che voi siate dei genitori ben informati, attenti, scrupolosi e che si adoperano al meglio per insegnare le buone abitudini alimentari ai vostri bambini oppure che siate invece genitori meno informati sulle regole di una buona alimentazione, ma facciate comunque del vostro meglio per educare a tavola i figli, come vi comportate quando mangiate al di fuori delle mura  della vostra casa? Questa domanda spalanca un finestrone e potremmo stare qui a parlare per mesi.
  • Cosa vi piace di meno quando siete seduti ad una tavola che non è la vostra e avete accanto i vostri bambini, nell’età che va dallo svezzamento alla prima infanzia?
  • Quanto e come permettete a terze persone di offrire del cibo ai vostri figli?
  • Quanto e come vi opponete se non siete d’accordo su un alimento?
  • Vi è mai capitato di vedere persone tra parenti o amici che offrono insistentemente qualcosa da mangiare direttamente ai vostri figli, senza chiedervi nulla?
  • La caramella? E’ un classico e allora vada pure per la caramella (magari non a 3 mesi di vita…), ma ovunque ti giri c’è qualcuno che tira fuori dalle tasche manciate di caramelle per i tuoi figli e non vede l’ora di vedere la loro faccia felice per essere felice a sua volta. Ho sempre pensato che questa sia una forma di grande egoismo oltre che di maleducazione, perché bisognerebbe sempre chiedere prima ai genitori se sono d’accordo e, solo dopo conferma, offrire qualcosa ai loro figli. L’egoismo secondo il mio parere deriva dalla voglia di sentirsi bene e felici dopo aver visto il sorriso di un bambino e la sua gratitudine. 
  • Come vi rapportate con i menù delle mense scolastiche? Quale idea avete e quanto vi battete se non siete d’accordo?
A me sono capitate tante situazioni diverse e ho sempre riflettuto molto prima di dire o fare qualcosa. Di fronte ad atteggiamenti che ritenevo sbagliati, ho sempre cercato di pormi prima molte domande sul perché, sulla mentalità della persona che avevo davanti, sulle sue abitudine, sulle sue intenzioni… Non ho mai voluto fare la mamma “agitata” pertanto ho sempre dato tempo al tempo e possibilità a tutti di comprendere quali fossero i miei paletti, i limiti che avevo ponderatamente deciso di mettere tra mia figlia e gli altri, in modo che senza offendere la sensibilità di nessuno, tutti potessero evitare di invadere impropriamente uno spazio.
Mi è capitato anche, durante la tenerissima età di Giulia (non era ancora stata svezzata, non aveva i denti ed aveva pochi mesi di vita) che un estraneo, un nonno che frequentava il nostro stesso spazio gioco con la propria nipote, cercasse di mettere in bocca alla mia piccola Giulia delle patatine in sacchetto. Ricordo che gli dissi prontamente di non dargliele, ma lui con fare offeso e scocciato tentò di spiegarmi che mia figlia poteva e doveva mangiare le patatine come gli altri bambini. E’ chiaro che le patatine non sono un problema (a pochi mesi di vita lo erano…). Ho insegnato a Giulia che non fanno bene e di mangiarne solo di tanto in tanto, ma non sono vietate. Non vorrei pertanto soffermarmi troppo a lungo su casi limite, anche se purtroppo sono frequenti.
Partiamo da qui, se vi va. A me l’argomento sta a cuore e ritengo che sia un aspetto di fondamentale importanza nella nostra vita sociale. Mi da sempre molto da pensare, mi fa riflettere, mi fa conoscere meglio le persone che ho intorno, la loro natura e il mondo. 
E voi soprattutto cosa ne pensate?

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